La Santa Messa

Catechesi di Mons. Giuseppe Magrin, Presidente internazionale Unione Apostolica Clero, all’incontro dell’associazione AIASM (Guide Santuari Mariani)

16/18 novembre 2018. Trascrizione a cura di Sorella Angela Musolesi
Seconda parte (la santa Messa cos’era, cos’è)

Dio ci mantiene in vita anche nel momento in cui facciamo aberrazioni contro di lui. Da buon papà è costretto a farci anche patire, pur di farci ritornare, rinsavire, come fece col popolo ebraico. Gli esili di Ninive di Babilonia, e poi anche di Roma, sono tutti esili per far riflettere un popolo intero! Se ciascuno di noi sapesse leggere le sue disgrazie come Grazia, quanto ne ricaverebbe nell’intimità con Dio! Se noi come guide insegniamo alla gente a leggere le disgrazie come Grazie, anche le separazioni violente dentro la famiglia, anche i fallimenti, letti come Grazia per ricominciare, magari per aiutare gli altri a ritrovare Dio, il marito ad aiutare la moglie che ha abbandonato, la moglie ad aiutare il marito che ha abbandonato, i genitori per aiutare i figli che stanno abbandonando.. e via dicendo.. quanta grazia Dio seminerebbe attraverso chi sta con lui in libertà! Noi siamo liberi di una libertà infinita, ma non è la nostra, è quella di Dio! In Paradiso noi saremo implosi in Dio! Allora, riprendiamo il discorso.. se pensiamo alla celebrazione eucaristica come tappe di un cammino, vediamo che vi sono tre processioni: la processione iniziale come processione “penitenziale” di revisione di vita, con il canto anche del Gloria, che nei primi secoli veniva cantato da fuori la chiesa, dove si faceva l’atto penitenziale, o nell’atrio della chiesa, dove si faceva un altro atto penitenziale, e poi si continuava mentre si andava avanti verso l’altare. Il Gloria ha dentro il Kyrie eleison … provate a pensare qual’è il Kyrie eleison nel Gloria. E’ quando diciamo “abbi pietà di noi” due volte, e in mezzo diciamo “ascolta la nostra supplica”. Quello è il Kyrie eleison nel Gloria! Non l’abbiamo mai pensato, e lo cantiamo come canto di festa e non come canto penitenziale! Vogliamo il canto di ingresso come un trionfo dell’essere insieme, e non come un trionfo del chiedere insieme perdono a Dio per le distanze che abbiamo ancora con lui, segnate dall’atto penitenziale alla porta della chiesa! Ci si arrivava, alla porta della chiesa, passando attraverso il cimitero – una volta i cimiteri stavano davanti alla chiesa, anzi c’era anche il monumento o la cappella speciale per il battesimo come avviso, così a indicare che c’è un cammino penitenziale da fare prima di essere ammessi nella comunità dei credenti..- e i penitenti pubblici avevano da fare quattro tappe prima di essere ammessi. Erano penitenti pubblici quelli che avevano mancato la fedeltà verso la vita e avevano ucciso (non importa come e chi); quelli che avevano mancato di fedeltà verso la fede, cioè quelli che avevano abbandonato (eretici, scismatici, eccetera), che avevano mancato la fedeltà nel matrimonio, l’adulterio. Solo dopo 2 anni dalla denuncia del loro torto, in quattro tappe di 6 mesi ciascuna, venivano ammessi alla Comunione. Ripetessimo questa storia adesso, sai quanti ne vedi in fila! C’erano i fluentes, che erano quelli che piangevano, gli ad stantes (“stare in piedi”), che erano quelli che stavano in piedi, i genuflenctes. I “piangenti” stavano fuori dalla porta della chiesa per sei mesi ma venivano lo stesso e chiedevano le preghiere di chi entrava, poi gli ad stantes, che per altri 6 mesi stavano appena dentro alla porta della chiesa, in piedi e fermi là ad ascoltare la parola di Dio nell’omelia, poi i genuflenctes, che stavano 6 mesi a metà chiesa (ancora nelle cattedrali trovate il crocifisso a metà chiesa), inginocchiati durante tutta la celebrazione eucaristica, come penitenza. E poi c’erano quelli che arrivavano davanti alla balaustra, erano concelebranti, come tutti i fedeli, ma non potevano prendere l’eucarestia, per tutti i 6 mesi di penitenza. Consisteva di due anni in tutto, il percorso di recupero di un peccatore: 6 mesi fuori, 6 mesi alla porta, 6 mesi a mezza chiesa, 6 mesi vicino alla balaustra.  

E lì neppure dopo 6 mesi potevi ricevere la comunione; solo dopo l’assoluzione del vescovo potevano finalmente, i peccatori pubblici, ricevere l’eucarestia. Ci fa pensare questo, al cammino di penitenza che dotremmo fare? Cosa succede ora…vado a confessarmi per ricevere la comunione e poi si ripete lo stesso peccato il giorno dopo. No, o ti converti radicalmente o no! Ecco, voi guide ai santuari mariani dovete avere questa sensibilità del cammino di conversione da fare: se non si arriva subito alla conversione sapere che in 2 anni ci si arriva!

E poi nella Messa c’era all’offertorio la processione  offertoriale, in cui ci si offriva per i servizi alla Comunità del territorio dove la chiesa era collocata o alla gente dell’ambiente dove la comunità viveva. L’abbiamo sostituito con una preghiera generica per i fedeli: preghiamo per.. ascoltaci o Signore.. preghiamo per tutti gli ammalati.. ascoltaci.. no! Nei primi secoli si diceva: c’è questo bisogno di assistenza di 5 giovani all’ospedale, chi va? Io! E si mettevano in fila dietro quelli che portavano il calice e la patena per il pane e il vino. E allora si diceva: aiutalo o Signore, ascoltalo o Signore! Si pregava per chi offriva il servizio, e invece adesso.. E se i servizi erano pochi, allora quelli in testa ai banchi raccoglievano le offerte e uscivano in processione portando un’offerta economica, ma solo dopo l’offerta dei servizi personali, secondo i bisogni della comunità! Abbiamo distrutto questa offertorialità personale con la preghiera universale che vuol dire non interessata più di tanto, che non ci commuove, non ci coinvolge molto. E poi c’era una terza processione, che era missionaria, per diventare ostensori di Cristo uscendo dalla chiesa, terminata la celebrazione. Io diventavo ostensorio ricevendo Cristo.. ma ci pensate con che indifferenza riceviamo l’eucarestia adesso.. terribile!!! Io quando vado ad aiutare per distribuire l’eucaristia alla Basilica di San Pietro vedo di tutto! Fanno di tutto, anche metterla in tasca sta ostia! Ma abbiamo capito chi e come ricevere? Dobbiamo catechizzare in profondità anche il clero e chiamare i nostri parroci… con calma e con furbizia ma aiutiamoli! Abbiamo trovato 30 formule per il saluto finale della Santa Messa. La più tragica della traduzione è “la messa è finita andate in pace”. Peggio di così non potevano tradurre! Ite missa est, la traduco dal latino puro, significa: andate, perché la vostra missione (perché “missa” vuol dire missione, è l’alterazione della parola fatta nel medioevo missio, missa, messa) c’è in pieno!, con questa eucarestia la vostra missione c’è in pieno. Siete diventati l’ostensorio di Dio, perciò annunciate Cristo.

No, dicono “andate in pace”.. Ma andate in pace che significa? Andate a portare Cristo nostra pace, nostro equilibrio divino nell’umano! Cambia tutto…La pace è un equilibrio tra persone, istituzioni, popoli. E’ divina se è nello stile della Trinità, dove le tre Persone sono uguali, distinte e un tutt’uno, vuol dire equilibrio divino delle tre Persone che sono in relazione tra loro essenziali! Allora cambia anche il nostro ultimo saluto e cambia il significato della terza processione, che assume un valore d’altissimo livello. Ricapitolando: mi pento con la prima processione, mi rendo disponibile con la seconda processione, parto e vado con la terza processione. E questo ha significato solo se ho interiorizzato il Vangelo! Anche lì.. Io sono stato in America Latina e ..si salvi chi può! Le croci che si fanno prima del Vangelo.. non capiscono, non capiscono proprio, non sanno! Mi segno sulla fronte prima della lettura del Vangelo a indicare che interiorizzo il Vangelo che verrà letto, sulle labbra e indicare che ne parlerò a terzi, sul cuore a indicare che “interiorizzo io stesso le parole, le capisco, le parlo, e mi faccio santo”. Cambia tutto! E allora faccio tre bei segni di croce che anche il prete non dovrebbe fare di corsa ma spiegando il significato! Ecco: c’è un bisogno di spiegazione di tutte le parti della messa e poi dire che il prete consacra, e il Padre manda lo Spirito Santo perché il pane e il vino diventino corpo e sangue.. ma è lo stesso che ha fatto Gesù nel grembo di Maria! Ripete la stessa cosa ad ogni messa lo Spirito Santo! Ma abbiamo coscienza della centralità dello Spirito Santo nella Messa? No, no, no! Esaltiamo Gesù va bene.. Lui diventa eucarestia schiacciandosi non soltanto fino a raggiungere l’umanità nostra peccatrice ma addirittura facendosi apparentemente pane e vino. È transustanziato quel pane! E io mi son permesso di dire più di una volta in San Pietro e in San Paolo: fortunato questo vino che diventa sangue di Cristo per un miracolo! Pensa te che quel vino che diventa sangue, quel pane che diventa corpo di Cristo! Altro che! Ma abbiamo questa coscienza quando concelebriamo con Cristo questa eucarestia? È una vertigine se ci pensi sopra! Altro che adorazione dopo! Abbiamo saltato nella Messa e messo sotto silenzio – noi preti siamo colpevoli! Colpevoli! Colpevoli! – la frazione del pane, facciamo lo spezzare dell’ostia in silenzio.. no, li era l’eucarestia, chiamata “fractio”, lo spezzare del pane per una rifrazione ad arcobaleno (con tutti i colori che voi potete immaginare) della Chiesa nel mondo. Questo era! Allora direi di poter riprendere ad alta voce: Cristo si lascia spezzare da noi e per noi, ci invita a lasciarci spezzare dagli altri e per gli altri! “Il corpo e il sangue di Cristo uniti in questo calice siano per noi cibo e bevanda divina”…cambia tutto! Allargo il panorama e recupero la Messa, il suo significato dei primi 4 secoli, che ho dimenticato e messo sotto.. E poi, nessun prete potrebbe dire preghiere per sé, perché lui presiede, l’eucaristia, concelebrata da tutti! Quindi tutte le preghiere che lui dice sottovoce dovrebbero essere dette ad alta voce per tutti! Pertanto “la comunione non diventi per noi giudizio di condanna ma per tua misericordia sia rimedio e difesa dell’anima e del corpo” dovremmo dirlo ad alta voce.. stiamo spingendo il Papa perché faccia un decreto in questo senso. Recuperare questo mistero immenso!

Scusate se mi sono fatto prendere in questa catechesi, su questo mistero immenso dell’eucarestia! E questa intimità sponsale in Cristo! Diventa sponsale, è un rapporto matrimoniale con Dio: più uniti di così! Un tutt’uno: ci lasciamo assimilare da lui e lui si lascia assimilare da noi. Marito e moglie non arrivano a questo, non hanno un’attività così profonda! È un totale mio, è un totale suo, e mi coinvolge nel totale di tutti quelli che partecipano! Diventano la mia storia e io divento una loro storia! Ecco perché nello scambio della pace io dico: scambiatevi un segno di pace e portartela per piacere a qualcuno che vi è particolarmente antipatico! Sì, perché Gesù ha detto che ha quasi preferito i nemici. Concludo con uno che ha celebrato i 50 anni di matrimonio, mi dice: Padre guarda mia moglie, l’ho amata follemente per 50 anni! Ho detto: ma allora è come foste innamorati come i primi giorni! E lui: no, veramente… E io: allora hai riscoperto delle doti eccezionali! E lui: eh padre, è perché ho letto il Vangelo dove Gesù dice di amare i propri nemici. “Ecco, ha detto la moglie, ecco perché ti ho amato tanto anch’io!” Cioè: amare chi è in difficoltà con te per portarlo ad essere quello che Dio vorrebbe e con te, e tu con lui! È questo Il mio augurio nel celebrare questa eucarestia come guide, come animatori ai Santuari Mariani.