Lo Statuto
Cenni storici
M. Angela Musolesi, già giurista autore di Monografie Scientifiche e direttore della Rivista di Diritto Amministrativo La Funzione Amministrativa, ha diretto la Casa di Accoglienza per i poveri Regalo di Maria di Ravenna dal 1999 al 2009. Desiderando prestare l’aiuto di assistenza ai poveri in diverse parti d’Italia e desiderando collaborare con chierici di ogni ordine e grado, ha organizzato consessi nazionali su tematica sociale e religiosa, convegni con medici e corsi di vita nello Spirito. Ha ricercato costantemente l’ecumenismo, intraprendendo un buon contatto epistolare e di doni con il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie quando la Chiesa Cattolica aveva interrotto i contatti ufficiali con essa, ha costantemente mantenuta viva nel popolo di Dio la devozione a Maria Santissima con pubblicazioni e convegni, a cui hanno partecipato tra gli altri S.E. Rev.ma il Card. Aloisio Lordscheider, il Card. Antonio Maria Javierre Ortas, il Card. Albert Malcolm Ranjith, Mons. Jorge Garib, l’Archimandrita Policarpo Stavropoulos, Don Giancarlo Perego, Responsabile Area Nazionale Caritas, Giovanni Conso, Ministro di Grazia e Giustizia, Joseph Rochlitz, regista statunitense e figlio di uno dei ebrei superstite del campo di Jasenovac, la senatrice di origine ebrea Fiammetta Nirenstein.
Ha ricevuto lettere di apprezzamento da Cardinali, Vescovi e rappresentanti del mondo politico.
Come Presidente di una casa editrice ha pubblicato dei libri di Apologetica Cristiana di autori italiani e stranieri, tra cui L’abito ecclesiastico, sua valenza e storia (prefazione del Cardinale Castrillòn Hoyos), Attacco al Cristianesimo, E’ L’Immacolata. Ed è tua madre (Autori i Card. Ivan Dias, Rodé, Saraiva Martins, Scola, Biffi, Siri, S.E. Malcolm Ranjith, S.Emn.za. Mauro Piacenza, e i sacerdoti Mons. Georges Gharib, Mons. Joseph Clemens, Mons. Hector Ruben, Aguer, p. Adrian Attard, p. Dino Dozzi, Giancarlo Bruni, Luigi Gambero, Antonio Escudero Cabello. Presenti anche scritti, di San Giovanni Damasceno e San Massimiliano Kolbe).
In essi ha sempre cercato di porre in rilievo la luce del Volto di Dio che è dentro e fuori di ognuno di noi, chiedendo al Signore di illuminare con la Sua luce il cammino di fede di ogni persona, incrementando in essa la forza e il coraggio per saperla difendere.
Nel 1988 è entrata nel gruppo “Maria” del Rinnovamento Carismatico e successivamente nell’Ordine Francescano Secolare dei Frati Minori.
Nei gruppi carismatici ha appreso la valenza del Ministero di intercessione, prevalentemente con preghiere di liberazione, guarigione, consolazione e lo ha messo in atto anche in carcere, con i detenuti che ha incontrato in 10 anni di volontariato nel carcere romano di Rebibbia. Nel 1990 ha formato diversi gruppi di preghiera, e su richiesta di un Nunzio Apostolico ha “confezionato” una Santa Messa di riparazione dell’aborto, dal titolo Maria Madre e Regina della Vita, che ha avuto l’adesione di Madre Teresa di Calcutta. Trasferitasi a Roma, da cui era partita dieci anni prima, è stata chiamata da un gruppo di preghiera di un’altra regione d’Italia a tenere un incontro di intercessione. Lì è nato il primo nucleo dell’associazione “I figli della Luce”. Da allora diversi gruppi de I figli della Luce sono nati in tutta Italia e nel mondo, sono sorti Cenacoli di preghiera e un Santo Rosario on line.
Il Signore Gesù ha detto “Io sono la luce del mondo”, e “la luce ha vinto le tenebre”. Si diventa luce per gli altri quando si offre un Servizio con franchezza e fedeltà, per instaurare nel mondo la potenza di Dio e la Sua misericordia.
Mons. Giuseppe Magrin, Presidente dell’Associazione Internazionale dei sacerdoti di tutto il mondo e canonico di San Pietro è attualmente il Confessore di M. Angela Musolesi.
Fondatrice del primo social network al mondo per la Terza Età (iniziativa di cui ha parlato Il Corriere della Sera, La Stampa, l’Osservatore Romano, Tivu 2000 e quasi tutti i maggiori mass media), www.specialage.com.
Riconoscimenti dello Stato Italiano
Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri come “donna dell’anno per la cultura europea”, per il contributo fornito “all’ideale di un’Europa unita”. Del medesimo premio sono state insignite alte personalità internazionali, tra le quali Golda Meir, Indira Ghandi, Margareth Thatcher.
Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, motu proprio del Presidente della Repubblica. Motivazione: attività svolta per la diffusione dell’ideale federalista europeo.
ART. 1. INTRODUZIONE- CARISMA, E FINALITA’ DELL’ASSOCIAZIONE
1. L’Associazione I figli della Luce è una famiglia spirituale costituita da persone di età, vocazione e stati di vita diversi che alla luce del messaggio di Fatima e in spirito di riparazione, si consacrano ai tre Sacri Cuori (Sacro Cuore di Gesù, Cuore Immacolato di Maria e Cuore Purissimo di San Giuseppe), che simboleggiano l’importanza della famiglia nell’esercizio della testimonianza evangelica e della carità, lasciandosi guidare e rinnovare dall’azione dello Spirito Santo che, apportatore di doni, infonde in loro l’audacia per evangelizzare e testimoniare l’infinita tenerezza di Dio per le sue creature e per confermare, con le parole e le opere, che Gesù è il Signore, vivo e operante tra di noi.
2. L’Associazione è stabilita secondo le norme della Chiesa per la santificazione dei suoi appartenenti, che contribuiscono alla diffusione del Regno di Dio nel mondo portando la misericordia infinita di Dio alle persone più sofferenti e agli “ultimi”, con un apostolato svolto presso i più infermi nel corpo e nello spirito.
L’Associazione è composta da fedeli di qualsiasi stato: laici, religiosi e sacerdoti, e desidera porsi al servizio della Chiesa locale ed universale con coraggio e fermezza, per portare nel mondo la vittoria dell’Agnello di Dio e instaurare omnia in Christo con una nuova evangelizzazione che difenda la Verità ovunque venga calpestata e in qualunque modo sminuita.
3. Il carisma dell’Associazione è mariano, missionario ed ecumenico, e trova il suo centro unitario nell’amore e nella fedeltà al Papa, nel desiderio profondo di collaborazione con i legittimi Pastori a tutti i livelli e con i vescovi delle diocesi dove essa opera, unitamente alle competenti Conferenze Episcopali, nella valorizzazione dei diversi doni fatti a ciascuno per la propria vocazione e missione in seno alla Chiesa. Essa si intende a servizio della missione santificatrice ed evangelizzatrice della Chiesa stessa, con la quale intende docilmente collaborare in vista della comune edificazione apportando la propria specifica identità. Valorizza il ruolo del laicato e il sacerdozio comune dei credenti, ma ritiene indispensabile la presenza o la direzione spirituale dei sacerdoti, che accoglie come dono particolare.
4. Il principio fondamentale dell’attività missionaria della Comunità è dedotto da Gc 1,2 Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subìte ogni sorta di prove, cioè dal BENEFICIO DELLE PROVE. Esso si attualizza nel bell’insegnamento di Papa Benedetto XVI: “In un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza. Chi vuole schivare la sofferenza, tenerla lontana da sé, tiene lontana la vita stessa e la sua grandezza; non può essere servitore della verità e così servitore della fede. Non c’è amore senza sofferenza, senza la sofferenza della rinuncia a sé stessi, della trasformazione e purificazione dell’io per la vera libertà. Là dove non c’è niente che valga che per esso si soffra, anche la stessa vita perde il suo valore”.
5. Il secondo fondamento teologico della spiritualità della Comunità e dell’attività dei suoi membri è dato San Paolo 2 Tm 1,7: “Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di amore, di saggezza”. E’ infatti lo Spirito Santo che, influendo sulle facoltà spirituali e sensibili quali intelligenza, affetti e sentimenti, rinnova, vivifica, fortifica i cuori, e uniforma i pensieri e gli atteggiamenti, la mente e il cuore, a quelli di Gesù, il Cristo. E’ lo Spirito Santo che fa sentire la gioia di Dio, che dobbiamo donare in tutti i modi a coloro che incontriamo, accorda la capacità di evitare le dispute e le cattive parole, di fare sacrifici per i peccatori e di accettare la consolazione del cuore e della mente, che non possiamo offrire ad altri se non la percepiamo in noi. I membri dell’associazione pertanto pregheranno quotidianamente per una nuova effusione dello Spirito Santo su sé stessi e sulla Chiesa Universale.
ART. 2. NATURA GIURIDICA, SEDE, PERSONALITÀ
1. L’associazione I figli della Luce è un’associazione privata di fedeli che non persegue fini di lucro, derivazione di una Associazione di Volontariato riconosciuta con personalità giuridica conferita a norma della legge 11 agosto 1991, n. 266.
La Sede attuale de I figli della luce è a P.zza Vittorio Emanuele II, n. 138- Roma.
Il cambio di Sede deve essere approvato dall’Assemblea Generale dell’Associazione.
2. La vita dell’Associazione è regolata dal presente Statuto in quanto non deroghi al Codice di Diritto Canonico.
3. L’Associazione si estingue qualora rimangano meno di tre membri o per decisione unanime dell’Assemblea Generale o per decisione della Santa Sede. In tutti questi casi i beni della Sede Generale passeranno per il 50% in proprietà della Diocesi dove è sita la Sede Generale, per il restante 50% di una onlus scelta dall’Assemblea Generale; i beni delle Sedi secondarie diocesane passeranno per il 50% in proprietà della Diocesi nel cui territorio si trovano le stesse per il restante 50% di una onlus scelta dall’Assemblea Generale.
ART.3. MEMBRI, INGRESSO E PERDITA DELLA QUALIFICA
1. Possono far parte all’Associazione tutti i fedeli cattolici dell’uno e dell’altro sesso, di qualsiasi età e stati di vita, siano essi laici, religiosi o sacerdoti: i religiosi necessitano del consenso del proprio Superiore a norma del can. 307 §3; i sacerdoti del permesso del loro Ordinario.
2. Non può essere ammesso chi ha pubblicamente abbandonato la fede cattolica, si è allontanato dalla comunione ecclesiastica, ovvero è incorso nella scomunica, dichiarata o inflitta dall’Autorità ecclesiastica (cfr. can. 316 §1).
Per la natura stessa dell’Associazione, una forte responsabilità è affidata ai laici, possono entrare sia singoli che intere famiglie, tuttavia la presenza di un sacerdote o per lo meno la sua direzione spirituale è indispensabile.
3. I membri dell’Associazione, il cui numero è illimitato, possono essere permanenti, ordinari, onorari e collaboratori:
a) membri permanenti sono sia i fondatori dell’Associazione sia coloro i quali, avendone fatto richiesta, dopo quattro anni di vita comunitaria, per scelta vocazionale, hanno deciso di vivere permanentemente in una delle case dell’Associazione, dedicandosi interamente all’attività dell’Associazione;
b) membri ordinari sono tutti gli Animatori dei gruppi di preghiera e dei Cenacoli che, secondo il presente Statuto e le deliberazioni dell’Assemblea Generale, svolgono l’incarico ricevuto dal Presidente Internazionale dell’Associazione e versano una quota una tantum a discrezione dell’Associazione;
c) membri sostenitori sono coloro che, non potendo partecipare attivamente alle attività dell’Associazione, a sostegno di esse versano un contributo periodico a discrezione di ogni membro;
d) membri onorari sono coloro che aiutano l’Associazione con il proprio prestigio, autorità, competenza, professionalità e consiglio: possono partecipare alle Assemblee senza diritto di voto. La proposta a socio onorario è fatta dal Presidente Internazionale dell’Associazione e deliberata dal suo Consiglio;
e) membri collaboratori sono coloro che collaborano alle attività promosse dall’Associazione sotto la direzione di un membro permanente o del Presidente Internazionale della stessa.
Solo i membri permanenti e ordinari hanno voce e voto deliberativo; i rimanenti hanno solamente diritto di esprimere un parere o un voto consultivo.
4. I membri dell’associazione formano gruppi di preghiera o comunità di vita o comunità di consacrazione di vita.
5. La qualità di membro si perde per decesso, dimissioni o indegnità, che verrà dichiarata, previa ammonizione scritta, dal Presidente Internazionale dell’Associazione, congiuntamente al voto deliberativo del Consiglio Internazionale, fatto salvo il diritto di ricorso alla Santa Sede.
Art. 4. GRUPPI DI PREGHIERA e CENACOLI PRESSO LE FAMIGLIE
1. Un gruppo di preghiera si costituisce quando vi sono almeno tre persone che si riuniscono per pregare ed è regolato secondo il presente Statuto. I Cenacoli di preghiera presso le famiglie sono invitati a consacrare l’intera famiglia, anche chi è lontano dalla fede, al Cuore Immacolato di Maria e alla Sacra famiglia di Nazareth, possono nascere dal desiderio di due o tre persone, così come i cenacoli on line.
2. Tutti i gruppi e cenacoli godono di una certa autonomia, ma vivono in stretta comunione con la Sede Generale Internazionale e tra di loro, salvaguardando l’unità nella diversità.
3. Quando in un gruppo dei fratelli ritengono di poter dare inizio ad un nuovo gruppo, siano aiutati dall’Animatore a discernere se il loro desiderio ha motivazioni soprannaturali. I cenacoli godono di assoluta autonomia e non vi è bisogno di alcuna autorizzazione per la loro apertura.
4. Un gruppo di preghiera deve essere in accordo con i Pastori locali per quanto riguarda la dottrina, la prassi pastorale e la programmazione dell’attività pastorale, per cui deve presentare il programma delle proprie attività al Vescovo diocesano prima di renderlo attivo.
5. Un gruppo di preghiera può invitare conferenzieri, che sono in comunione con la Chiesa cattolica o con il loro Vescovo, previa comunicazione all’Animatore diocesano o mancando questo al Presidente Internazionale e dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’Ordinario del luogo.
6. Saranno accolti nell’Associazione i gruppi di preghiera che, condividendone il cammino specifico, accettano il presente Statuto.
ART. 5. COMUNITÀ DI VITA
1. Dai gruppi di preghiera scaturiscono coloro che, pur conservando il proprio lavoro, vivendo nelle proprie case ed avendo una famiglia, per vivere una vita cristiana più intensa e coordinare le loro attività apostoliche, desiderano riunirsi in piccole comunità, case famiglia la cui vita è diretta da un Regolamento particolare, oltre che, per gli aspetti di carattere generale, dal presente Statuto.
2. Formano comunità di vita solo membri permanenti; i loro figli minorenni possono partecipare con i genitori alle attività della comunità e, qualora lo desiderano, possono, raggiunta la maggior età, divenire suoi membri.
3. Dato che ogni membro conserva il proprio lavoro, vive nella propria casa e famiglia è libero di amministrare i suoi beni liberamente, e esonerà la Comunità da ogni responsabilità.
ART. 6. COMUNITÀ DI MEMBRI CHE ASSUMONO I CONSIGLI EVANGELICI e FORMAZIONE
1. Dai gruppi di preghiera scaturiscono anche coloro, uomini e donne, che desiderano seguire la chiamata ad una forma di consacrazione della loro vita per mezzo dell’assunzione, con voti privati, dei consigli evangelici di castità celibataria, povertà e obbedienza, vivendo insieme, sul modello della prima comunità cristiana, nello spirito comunitario.
2. Assumono questa forma di consacrazione di vita solo membri permanenti, uomo o donna, e sono diretti dal presente Statuto e per quello che non è menzionato nel presente Statuto, dal Presidente Internazionale e dal Consiglio Generale, particolarmente per quello che riguarda la loro specifica formazione e il modo di assunzione dei consigli evangelici.
3. Il Consiglio Generale è competente ad accogliere la richiesta al probandato del membro in questione, uomo o donna, che farà un periodo di probandato che non potrà essere inferiore a sei mesi ma non potrà superare i dodici mesi, durante il quale sotto la direzione di un formatore sarà istruito sulla natura e sul fine dell’Associazione. Terminato il probandato, la persona candidata può chiedere di essere ammessa al noviziato. Il Responsabile deciderà, con il consenso del Consiglio Generale, di accettare solo “soggetti che siano riscontrati psichicamente e moralmente retti, coloro che non lo sono devono essere subito distolti dalla via del noviziato. Sappiano gli educatori che questo è un loro gravissimo dovere; non si abbandonino a fallaci speranze e a pericolose illusioni”.
Il noviziato durerà due anni. Durante il noviziato al membro candidato/a sarà impartito un corso intensivo di teologia, di solida formazione nella vita di preghiera, di comunità e di apostolato.
4.Terminato il noviziato, i membri permanenti pregheranno sulla persona candidata invocando su di lei una nuova effusione dello Spirito Santo. Dietro sua richiesta al Responsabile, questi deciderà, con il consenso del Consiglio Generale, di accettare che emetta i voti temporanei.
Prima di emettere i voti temporanei con testamento, i membri affidano ad altri l’amministrazione, l’uso e l’usufrutto dei loro beni. I membri conservano il titolo di proprietà, ma ne affidano l’amministrazione, l’uso e l’usufrutto a chi ritengono più opportuno.
5. L’Associazione I figli della Luce garantisce a tutti i membri, dal momento in cui essi emettono i voti temporanei, il sostentamento economico e la tutela dei diritti di previdenza sociale e di copertura sanitaria.
6. La tutela dei diritti di previdenza sociale e copertura sanitaria sarà realizzata inscrivendo con contratto i chierici, nonché i membri con voti temporanei che sono candidati all’ordine sacro ma non ancora chierici, come collaboratori dell’Associazione.
ART. 7. VOCAZIONI AL SACERDOZIO
1. I membri permanenti che vivono in comunità che si sentano chiamati al sacerdozio ministeriale seguiranno il piano di studi dei candidati agli Ordini Sacri del diaconato e del presbiterato previsto nella vigente Ratio Fundamentalis institutionis sacerdotalis, partecipando ai corsi di formazione filosofica e teologica negli Istituti di Studi Superiori appositamente eretti dall’autorità ecclesiastica per questo fine.
2. Gli Ordinari d’incardinazione e il Presidente Internazionale accetteranno ogni candidato al sacerdozio avendo cura di ammettervi solo i soggetti che per struttura personale mentale manifestino dominio di sé negli istinti, nei sentimenti e nelle passioni (Cfr. Sacerdotalis Caelibatus, Lettera enciclica di Paolo VI) e concorderanno il luogo dove ogni candidato al sacerdozio riceverà la formazione intellettuale, morale e fisica a norma del can. 235 CIC, nonché la modalità del servizio ministeriale che svolgerà il chierico sia al servizio dell’Associazione sia al servizio della Chiesa particolare dove è incardinato. La convenzione contemplerà altresì la cura spirituale dei presbiteri, il loro sostentamento e la previdenza sociale, come pure altre questioni che si ritenga opportuno concordare.
ART. 8. ATTIVITÀ PER RAGGIUNGERE I FINI DELL’ASSOCIAZIONE
1. I gruppi e le comunità dell’Associazione non si isoleranno dalle altre espressioni locali sotto la direzione dei Vescovi delle rispettive Diocesi, si metteranno a disposizione per aiutare e collaborare con loro quanto più è possibile per un risveglio della fede cristiana e per un cammino carismatico unitario.
2.Il fine generale dell’Associazione è la santificazione universale mediante l’annuncio del Vangelo e la catechesi rivolta a tutti, in particolare essa vuole aiutare tutti i battezzati a vivere una vita cristiana più perfetta, sulla base di un incontro personale con Cristo, soprattutto nell’adorazione eucaristica, nella meditazione delle Scritture e nella celebrazione dei Sacramenti, in particolare dell’Eucaristia e della Penitenza. Di qui più facilmente sgorgherà la grazia dello Spirito Santo, per la quale ognuno scoprirà la propria vocazione personale nella Chiesa e, al tempo stesso, servirà le varie vocazioni che lo Spirito vorrà donare, in particolare quelle al sacerdozio ed alla vita religiosa.
3. Fine particolare dell’Associazione è promuovere la formazione di vari gruppi e cenacoli di preghiera presso le famiglie, assistendoli nelle varie fasi del loro sviluppo. Questi gruppi si riuniscono per la preghiera sotto l’egida dello Spirito Santo e recitando il Santo Rosario, accompagnato generalmente da canti, letture bibliche, insegnamenti, testimonianze e preghiere di intercessione e guarigione. Dove possibile, la preghiera culmina nella celebrazione eucaristica o nell’adorazione del Santissimo Sacramento.
4. L’evangelizzazione a tutti i livelli è promossa attraverso convegni a carattere religioso ed esercizi spirituali; attività editoriali come la stampa e la diffusione di riviste e ogni altra pubblicazione, come libri, cassette audio e video, CD e DVD (cfr. can. 823); sensibilizzazione dell’opinione pubblica alla fede religiosa con qualsiasi manifestazione e con ogni mezzo di informazione compresa la radio e la televisione, a norma del Diritto Canonico (cfr. can. 831).
Art. 9. STRUTTURA DELL’ASSOCIAZIONE. SEDE GENERALE INTERNAZIONALE
1. Alla Sede Generale Internazionale fanno capo tutte le sedi secondarie diocesane e tutti i gruppi di preghiera. In essa sono organizzate e promosse le attività di cui agli art. 4 e ss., con una particolare attenzione verso quei giovani che mostrano segni di vocazione.
2. E’ diretta da un Direttore coadiuvato da un suo consiglio di tre membri di cui uno viene nominato dal Consiglio Internazionale e due vengono scelti da lui e confermati dal Presidente Internazionale.
ART. 10. SEDI SECONDARIE DIOCESANE
1. Quando sul territorio di una diocesi si costituiranno almeno 10 gruppi viene eretta una sede secondaria diocesana.
2. Nella diocesi tutti i gruppi debbono essere considerati uguali.
ART. 11. GOVERNO DELL’ASSOCIAZIONE
Art. 1. Autorità degli organi di governo.
Gli organi di governo, a norma del presente Statuto e del diritto comune, secondo le loro competenze specifiche, hanno autorità su tutti i singoli e i gruppi che fanno parte dell’Associazione affinché le attività siano promosse e compiute per il raggiungimento dei fini propri dell’Associazione stessa, rimanendo pienamente soggetti al Vescovo diocesano, oltre che in fedeltà al Papa e nel rispetto di, quanto disposto dalla Conferenza episcopale.
ART. 12. L’ASSEMBLEA GENERALE
1. È composta: a) dal Presidente Internazionale; b) dal Consiglio Internazionale; c) dal Direttore della Sede Generale Internazionale; d) dal Comitato Internazionale; e) da 1 delegato per ogni diocesi, eletto dai gruppi di preghiera riuniti per diocesi.
2. L’Assemblea Generale ordinaria è convocata ogni tre anni dal Presidente Internazionale ed è da lui presieduta; quella straordinaria, quando si presentino particolari necessità, è anche convocata, d’accordo con il Direttore della Sede Generale Internazionale, dal Presidente Internazionale, ed è da quest’ultimo presieduta.
3. L’Assemblea Generale: a) elegge il Presidente Internazionale e i membri del Consiglio Internazionale, dopo due giorni di ritiro spirituale; b) tutela e promuove la natura, il carisma e la spiritualità dell’Associazione, dando indirizzi generali di azione; c)..decide sullo Statuto e sulle sue modifiche, da sottoporre all’approvazione della Santa Sede.
ART. 13. IL PRESIDENTE INTERNAZIONALE
1. Viene eletto dall’Assemblea Generale tra i soci permanenti per 6 anni e può essere riconfermato solo per un successivo periodo di 6 anni.
2. Le sue competenze sono: a) tutelare e promuovere la natura, il carisma e la spiritualità dell’Associazione; b) convocare e presiedere l’Assemblea Generale ordinaria e straordinaria a nonna del presente Statuto, proponendo l’ordine del giorno; c) convocare e presiedere le riunioni del Consiglio Internazionale e proporre l’ordine del giorno; d) rendere esecutive le decisioni prese dall’Assemblea Generale e dal Consiglio Internazionale; e) mantenersi in contatto con tutti gli Animatori dei gruppi e delle comunità e gli Animatori diocesani; rappresentare l’Associazione dinanzi ai Vescovi ed altre autorità; g) autorizzare spese che superano i 1000,00 (mille euro) dei consiglieri; h) stabilire le date dei ritiri, delle conferenze e degli esercizi spirituali; i) presentare al suo consiglio i membri onorari.
3. Il Presidente Internazionale può essere rimosso dalla Santa Sede in caso di accertati scandali morali, atti di disobbedienza all’autorità ecclesiastica e per aver impedito o trascurato la crescita spirituale dell’Associazione.
4. Al Presidente Internazionale non può essere attribuita contemporaneamente la competenza di Direttore della Sede Generale Internazionale né quella di Economo Internazionale.
ART. 14. IL DIRETTORE DELLA SEDE GENERALE INTERNAZIONALE
1. Viene nominato per sei anni, rinnovabili per un uguale periodo successivo, tra i soci permanenti, dall’Assemblea generale.
2. E’ membro del Consiglio Internazionale ed è uno tra i 12, di cui all’art. 17,§1.
3. E’ coadiuvato dal suo consiglio formato da 3 membri, uno nominato dal Presidente Internazionale e due scelti da lui stesso, per sei anni rinnovabili per un uguale periodo successivo.
4. Può essere rimosso dal Consiglio Internazionale in caso di accertati scandali morali, atti di disobbedienza all’autorità ecclesiastica e per aver impedito o trascurato la crescita spirituale dell’Associazione.
5. Le sue competenze sono: a) nominare il personale dell’ufficio di segreteria, dirigere il lavoro di organizzazione dei convegni, ritiri e corsi di Evangelizzazione; b) tenere aggiornato l’archivio di tutti i membri dell’Associazione.; c) prendersi cura della corrispondenza; d) prendersi cura della redazione, stampa e diffusione dei periodici; e) mantenere in ordine e aggiornati i libri contabili che possono essere esaminati dalle autorità civili; presentare al Consiglio Internazionale il bilancio annuale in quanto anche economo generale dell’Associazione; g) organizzare ritiri, conferenze, esercizi spirituali h)..organizzare ogni anno il Congresso Internazionale de I figli della Luce.
ART. 15. IL CONSIGLIO INTERNAZIONALE
1. E’ composto dal Presidente Internazionale, che lo presiede, dal Vice Presidente o primo consigliere e altri 7 (sette) membri.
2. I consiglieri sono eletti per tre anni, rinnovabili per una sola volta, dai delegati, uno per diocesi, inviati dagli animatori dei gruppi di preghiera riuniti per Diocesi, secondo le norme emanate dal Presidente Internazionale almeno 3 mesi prima delle elezioni. L’elezione non deve avvenire nello stesso anno solare della nomina dei membri del Comitato Internazionale.
3. Gli stessi delegati eleggono anche il Vice Presidente o primo consigliere, che collabora, con voto deliberativo, strettamente con il Presidente Internazionale e lo sostituisce quando è assente, impedito o deceduto, pertanto deve essere al corrente di tutto ciò che riguarda le attività dell’Associazione.
4. I consiglieri debbono essere eletti, trai membri ordinari, ma almeno uno di essi dev’essere tra i membri permanenti.
5. I Consiglieri devono: a) partecipare alle riunioni del Consiglio; b) aiutare il Presidente Internazionale nel tutelare e promuovere la natura, il carisma e la spiritualità dell’Associazione; c) mantenersi in costante contatto con il Presidente Internazionale e con il Direttore della Sede Generale Internazionale e fornire loro le informazioni e la collaborazione necessarie; d) essere disponibili ad assumersi incarichi specifici; e) redigere un resoconto annuale in relazione all’attività dell’Associazione nell’ambito degli eventuali specifici aspetti pastorali curati, nonché un programma di attività di preghiera e di evangelizzazione da svolgere per l’anno seguente; I) essere solerti nell’aiutare i gruppi e le comunità nella loro crescita spirituale, cristiana e carismatica; g) provvedere alla nomina di un nuovo componente in sostituzione di un membro venuto meno in caso di dimissioni o decesso, chiedendone la convalida alla prima Assemblea Generale.
6. Il Consiglio si riunisce, almeno due volte all’anno, per due giorni, in tempi diversi della riunione del Comitato Internazionale, con la presenza del Direttore della Sede, per condividere la Parola di Dio e pregare insieme, fare il resoconto del lavoro apostolico svolto in ogni zona ed ambito pastorale e programmare il nuovo lavoro da realizzare.
7. Il Consiglio nomina nel proprio seno il Segretario.
ART. 16. IL COMITATO INTERNAZIONALE e animatore diocesano
1. Ha il compito: a) di collaborare nella tutela e promozione a tutti i livelli della natura, del carisma e della spiritualità dell’Associazione b) aiutare i gruppi di preghiera in formazione; c) animare i gruppi già esistenti affinché crescano spiritualmente e in comunione con la Chiesa; d) aiutare i gruppi nelle eventuali difficoltà che dovessero incontrare nel cammino.
2. Il Comitato si riunisce, sotto la presidenza del Presidente Internazionale, almeno due volte all’anno, per due giorni, in tempi diversi della riunione del Consiglio Internazionale, con la presenza del Direttore della Sede Generale, per condividere la Parola di Dio e pregare insieme, fare il resoconto del lavoro apostolico svolto in ogni zona ed ambito pastorale e programmare il nuovo lavoro da realizzare.
3. Un Animatore (o delegato) diocesano coordina l’attività dei gruppi esistenti nella Sede diocesana, in sintonia con il progetto pastorale diocesano e vigila che non siano disattese le norme vigenti nella diocesi per quanto attiene le celebrazioni e le riunioni di preghiera.
4. L’Animatore diocesano organizza i ritiri diocesani dell’Associazione, dandone previa comunicazione all’Animatore Internazionale e al Direttore della Sede Generale affinché si eviti che coincidano con le attività organizzate, a livello nazionale e internazionale.
5. E nominato per tre anni, rinnovabili per una sola volta, dal Presidente Internazionale con il consenso del Consiglio Internazionale; dev’essere confermato dall’Ordinario del luogo.
6. Può essere rimosso dal Presidente Internazionale con voto congiunto del Consiglio Internazionale, in caso di accertati scandali morali, di disobbedienza al Papa o al Vescovo diocesano e per aver impedito o trascurato la crescita spirituale dei gruppi della diocesi.
7. È aiutato nello svolgimento del suo compito da tre Consiglieri nominati dal Presidente Internazionale.
ART. 17. ANIMATORE DI UN GRUPPO DI PREGHIERA
1. Ordinariamente colui che inizia un gruppo di preghiera ne è nominato Animatore dall’Animatore diocesano e rimane in tale incarico fin quando nel gruppo restano due persone.
2. L’Animatore di un gruppo di preghiera deve imitare la figura del genitore esemplare il quale si prende cura dei propri figli, provvedendo alla loro educazione e nutrimento e, il giorno in cui si sentono sufficientemente maturi, li aiuta a dar vita ad una nuova famiglia.
3. Può essere rimosso dall’Animatore diocesano o dal Presidente Internazionale nel caso di accertati scandali morali, disobbedienza verso l’Ordinario del luogo o il Parroco e per aver impedito o trascurato la crescita spirituale del proprio gruppo.
ART. 18. RESPONSABILE DI UNA COMUNITÀ DI VITA
1. Il Responsabile, cui si dà il titolo di Direttore, viene eletto dai membri del gruppo per un periodo di 4 anni, rieleggibile solo per un secondo periodo.
2. È suo compito assicurarsi che i membri siano fedeli nell’osservanza del presente statuto e del loro Regolamento particolare.
ART. 19. RESPONSABILE DI UNA COMUNITÀ DI CONSACRAZIONE DI VITA
1. Viene nominato ogni 6 anni dal Direttore della Sede Generale Internazionale con il consenso del Presidente Internazionale, rieleggibile solo per un secondo periodo.
2. Oltre che essere Responsabile della formazione di quei giovani che si preparano al sacerdozio restando nelle comunità di consacrazione di vita dell’Associazione, visita i gruppi di preghiera, incontra, coltiva e discerne tra i giovani quelli che mostrano segni chiari di vocazione li aiuta ad entrare o in una comunità di consacrazione di vita de I figli della Luce o nel seminario diocesano o di qualche istituto di vita consacrata.
ART. 20. TITOLO QUINTO AMMINISTRAZIONE DEI BENI TEMPORALI
Fondo comune.
1) Il fondo comune dell’Associazione è costituito: – dalle quote associative ordinarie e straordinarie; -da ogni altra entrata che concorre ad incrementare il patrimonio dell’Associazione, come erogazioni, donazioni o lasciti; – dai beni mobili ed immobili che diverranno di proprietà dell’Associazione a qualunque titolo; – da eventuali fondi di riserva costituiti per eccedenza di bilancio;
2). Atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione.
Fermo restante quando descritto dal Canone 1281 paragrafo 1-2 e 3 si considerano atti di ordinaria amministrazione tutto ciò che occorre per la vita quotidiana. Si considerano atti di straordinaria amministrazione i restauri di fabbricati, contratti di compra vendita di beni immobili o di altri beni che eccedono la somma di Euro 3000,00 (tremila Euro).
ART. 21. GLI ECONOMI
1. L’Economo Internazionale è assistito dai suoi tre Consiglieri.
Viene nominato per sei anni, rinnovabili per un uguale periodo successivo, tra i soci permanenti dell’Assemblea Generale.
2. Ha il compito di: a) tenere aggiornati tutti i registri di entrata ed uscita di tutta l’Associazione; b) ricevere la decima di tutti gli economi diocesani; c) interessarsi della manutenzione, fitto e buon uso dei beni mobili ed immobili dell’Associazione. d) dare il permesso scritto agli altri economi che per qualsiasi spesa che superi i 10.000,00 Euro Diecimila Euro). e) coprire le spese di vitto, alloggio e studi dei seminaristi; presentare ogni anno il bilancio preventivo e consultivo al Presidente Internazionale e al suo Consiglio.
3. L’Economo diocesano è nominato, per quattro anni, rieleggibile solo per un secondo periodo, dal Direttore della Sede Generale Internazionale, con il parere del Presidente Internazionale, ed è aiutato da un Consiglio formato da tre membri di cui uno è l’Animatore Diocesano e gli altri due sono scelti da lui e confermati dal Direttore della Sede Generale Internazionale, per un periodo di 4 anni, rieleggibile solo per un secondo periodo.
4. L’Economo diocesano ogni anno deve presentare il bilancio preventivo e consuntivo all’Economo Generale Internazionale e deve dare la decima ogni anno all’Economo Generale Internazionale; per ogni spesa che superi i 10.000,00 euro (diecimila euro) ha bisogno di un permesso scritto dall’Economo Generale Internazionale.
5. L’Economo dei Gruppi di Preghiera viene eletto dai membri del gruppo per un periodo di 4 anni rieleggibile solo per un secondo periodo.
6. L’Economo dei Gruppi di Preghiera custodisce le offerte ricevute dai membri, dalle attività e quelle dei partecipanti al gruppo e devolve ogni anno le decime all’Economo Diocesano; con il consenso dell’Animatore del gruppo può effettuare spese per le attività del gruppo che non superano i 3.000,00 Euro (tremila Euro), col consenso dell’economo diocesano per spese superiori a 3.000,00 Euro (tremila Euro) fino alla somma di Euro 10.000,00 (diecimila); entro il 31 gennaio rende conto delle entrate e delle spese all’Economo Diocesano, nel caso in cui l’Economo Diocesano non sia stato ancora eletto, renderà conto all’Economo della Sede Generale Internazionale.
7. L’Economo delle comunità di vita viene eletto dai membri della stessa per un periodo di 4 anni, solo per un secondo periodo ed è coadiuvato da un consiglio di 3 persone di cui una è lo stesso Animatore e 2 nominate da lui e approvati dall’Animatore diocesano.
8. L’Economo delle comunità di vita custodisce la decima dei membri, le offerte ricevute, copre le spese ordinarie e straordinarie della comunità, devolve la decima alla Sede Generale Internazionale per il sostentamento dei seminaristi dei Servi di Cristo Vivo.
9. Un regolamento proprio regola la nomina e le incombenze dell’Economo delle Comunità di consigli Evangelici.
ART. 22. CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI
1. È formato dal Direttore della Sede Generale Internazionale, il quale è il primo responsabile dell’amministrazione dei beni, e da due esperti in materia economica, nominati dal Presidente Internazionale per 6 anni, rieleggibile solo per un secondo periodo.
ART. 23. ATTI DEL DIRETTORE DELLA SEDE GENERALE
1. Il Direttore della Sede Generale, con il parere del suo Consiglio, può fare acquisti di immobili, accettare donazioni, eredità e legati in conformità alle leggi civili vigenti e alle norme canoniche.
2. Al termine di ogni anno il Direttore della Sede Generale presenterà al Consiglio di Amministrazione il bilancio che deve approvarlo entro il 31 gennaio dell’anno successivo; ad approvazione avvenuta lo renderà noto all’Animatore Internazionale e al Consiglio Internazionale.
ART. 24. ATTI DEL PRESIDENTE INTERNAZIONALE
Per il compimento degli atti di straordinaria amministrazione il Presidente Internazionale deve ottenere il consenso del suo Consiglio e l’autorizzazione del Direttore della Sede Generale Internazionale.
ART. 25. SEDE SECONDARIA DIOCESANA
1. Ogni Sede secondaria, oltre che accettare offerte, come attività diretta all’evangelizzazione, può avere una libreria e trame un profitto, di cui rendere conto annualmente al Direttore della Sede Generale Internazionale.
2. Ogni Sede secondaria non avendo scopo di lucro, è obbligata a devolvere, alla Sede Generale Internazionale, a fini caritativi e per l’Evangelizzazione, l’utile di fine anno risultante dalle attività svolte. Le opere caritative da sostenere possono essere decise dall’Animatore della Sede Secondaria diocesana con il parere del suo Consiglio, tenendo sempre presenti le vocazioni diocesane e le vocazioni coltivate dalla Sede Generale.
ART. 26. GRUPPI DI PREGHIERA
1. Ogni gruppo di preghiera, per coprire le spese di ordinaria amministrazione, può organizzare attività che comportino un qualche profitto, raccolta di offerte ed autotassazione dei membri e pertanto gestire, per mezzo di un economo, una propria cassa dandone il resoconto al Direttore della Sede Generale Internazionale.
2. Le Comunità di Vita e le comunità che assumono i Consigli Evangelici sono governate sia per l’amministrazione dei beni che per il governo di vita da un regolamento proprio.
ART. 27. NORME CONCLUSIVE
Art.1. Per apportare qualsiasi modifica al presente Statuto è necessario il voto favorevole del Consiglio Generale e la successiva approvazione dei 2/3 dei membri dell’Assemblea Generale.
LAUS DEO